giovedì 29 novembre 2012

Vi racconto una cosa bella, molto bella...

Non sono una persona che dispensa complimenti a destra e a manca, chi mi conosce sa bene che non sono capace di fingere e che preferisco stare zitta piuttosto che dispensare falsi sorrisi e commenti positivi di circostanza, ma questa volta i complimenti ci stanno tutti, dal primo all'ultimo. 

La scorsa settimana Mr.Vischi mi ha inviato un invito per una serata "Adesso Pasta! Sapori di Campania" al The Hub Hotel di Milano, per festeggiare i "Cento anni di Pasta" del Pastificio Di Martino, con menù da antipasto a dolce con la pasta come ingrediente principale. Ora, voi capirete bene che la prima cosa che ho fatto, a malincuore sia chiaro, è stato declinare l'invito: ma perché andare a rompere le scatole durante "La serata più glutinosa della storia!"?! E invece Super Vischi ha insistito talmente tanto che non ho proprio potuto dire di no, anche se un po' di perplessità, non vi nascondo, l'avevo. 

Morale della favola?! Ho mangiato tutte e 5 le portate, tutto mi è arrivato esattamente nello stasso istante in cui veniva servito agli altri commensali, i miei piatti erano esattamente i corrispettivi gluten free delle portate normali, cambiava solo il formato, ma quello è ovvio: di formati di pasta senza glutine non ne esistono molti! Cena ECCELLENTE! E vi giuro, ero commossa, mai avrei pensato di riuscire a non sentirmi diversa durante una serata del genere, nella quale, diciamocela tutta, io proprio centravo come i cavoli a merenda! Eppure la serietà e la bravura dei cuochi è stata ineccepibile: mi hanno fatta sentire NORMALE  ed è stata una sensazione che, ahimè, ormai non è così semplice provare.




Nella foto qui sopra trovate i piatti che hanno preparato durante la serata, quelli in alto sono i Miei Sglutinati e quelli sotto, quelli "originali". Le foto di quelli fatti con pasta normale le ho prese dal sito di una ragazza geniale, Erica Petroni, non vi anticipo nulla...tra qualche anno sentiremo parlare solo di lei...

E questo è il dessert, uno spettacolo, dello chef più figo che ci sia in circolazione (Ops! Si può dire...ma si che si può dire, se vedete la sua foto capirete che mi sono trattenuta nell'esprimere giudizi!), Pasquale Palamaro! Ovviamente non ho potuto assaggiarlo, ma a vedere le espressioni estatiche di tutti i commensali ho come il presentimento che fosse da libidine...ne ho sentito solo il profumo (eh si, ormai io "assaggio" anche con il naso, non posso mica farmi scappare certe delizie!) ed era delizioso...Questo dolce è davvero infattibile gluten free, dannazione, così, per la descrizione precisa e puntuale di questa prelibatezza vi mando da Erica.



Grazie di cuore  agli Chef
Sandro Mesiti
Bacio Terracino
Luigi Tramontano e 
Pasquale Palamaro,
che so avermi odiata un po' :),
 ma che, nonostante le difficoltà che può comportare il gestire una situazione così "scomoda", 
sono stati strepitosi!

Grazie per avermi coccolata e viziata come non mi capitava da anni!

E ovviamente grazie al The Hub Hotel per la serietà dimostrata e a Carlo per aver organizzato questa meravigliosa serata!

E complimenti a Pasquale e Luigi che hanno appena ricevuto la loro prima Stella Michelin! 

mercoledì 28 novembre 2012

Che Starbooks è senza pudding?!

Ormai Starbooks e pudding sono due parole che vanno a braccetto per me :). Sarà la mia vena "english" che in realtà non so da dove spunti visto che di english nel DNA non ho un tubo, o semplicemente la curiosità per questo dolce di cui ho sempre sentito parlare, che mi ha sempre incuriosito e che ho sempre reputato troppo difficile da fare per cimentarmici...Errore! Errore mega galattico!
Questo dolce è facilissimo da fare, ne avete le prove qui e le avrete nel seguito del post!


Sono arrivata alla conclusione che il pudding sta ai paesi anglofoni come la torta di mele sta a noi. Mi spiego meglio: ci saranno 987654321 tipi di pudding diversi, fatti con il riso, con il pane, con il panbrioche, con la melassa, con il cioccolato, la marmellata e con chi più ne ha più ne metta! Esattamente come per noi la torta di mele: c'è quella melosa che più melosa non si può, quella con le mele sopra, sotto o forse di lato, quella con l'aggiunta di uvetta, cioccolato o quello che c'è in dispensa e il risultato, come per il pudding, è sempre qualcosa di delizioso!
Questo è il secondo pudding della mia vita e con il primo non c'entra un fico secco, ma non per questo era meno buono, anzi, delizioso, ma davvero completamente diverso, di simile ha solo la facilità di esecuzione!

Rice pudding



Per 8 persone:
Per il pudding di riso:
2 bacche di vaniglia
300 gr di riso a chicco tondo
1,6 l di latte intero
2 cucchiaini di sale
2 cucchiai di zucchero semolato
150 gr di mandorle sbollentate
500 gr di double cream

Per la salsa di ciliegie:
700 gr di ciliegie snocciolate, fresche o surgelate
150 gr di zucchero semolato, o secondo il proprio gusto
1 bacca di vaniglia
3 cucchiai di farina di mais


Incidete una bacca di vaniglia per tutta la lunghezza.
Portate 300 ml di acqua a bollore in una larga casseruola dal fondo spesso, quindi aggiungete il riso e lasciate bollire per 2 minuti, mescolando. Aggiungete il latte e la vaniglia, mescolando finché non riprende il bollore. Coprite e cuocete per 25 minuti, girando spesso di modo che non bruci. Togliete dal fuoco e aggiungete il sale. Coprite e tenete da parte per 10 minuti, quindi aggiungete lo zucchero  e lasciate raffreddare anche una notte.
Togliete la bacca di vaniglia e trasferite il composto in una larga ciotola.

Triate grossolanamente le mandorle tranne una, che deve essere lasciata intera per il gioco! Incidete la seconda vaniglia per tutta la lunghezza, prelevate i semini con la punta di un coltello e aggiungeteli al riso. Montate la panna in una ciotola finché non formerà dei leggeri picchi. Versate un terzo della crema nel riso per ammorbidirlo, quindi aggiungete il resto. Aggiungete le mandorle tritate. Assaggiate il pudding: deve esser dolce con una sapore di vaniglia. Immergete la mandorla intera nel pudding: deve essere bella nascosta.

Per fare la salsa, mischiate le ciliegie, lo zucchero e la baca di vaniglia con 500 ml di acqua in una casseruola. Portate a bollore, quindi abbassate la fiamma e fate sobbollire per 15 minuti. Sciogliete la farina di mais in 3 cucchiai di acqua in una tazza o in una piccola ciotola. Aggiungetela quindi lentamente alle ciliegie finché non si addenseranno, mescolando continuamente, e aggiungete zucchero secondo il vostro gusto, se volete.
Servite il pudding di riso freddo con la salsa calda di ciliegie.

mie note: per la salsina, non avendo trovato le ciliegie, ho usato le amarene Fabbri, ho aggiunto un po' del loro sciroppo, un po' d'acqua, zucchero e la farina di mais come diceva l'autrice, ma devo dire che non era nulla di che. Volevo comunque provare a farla come diceva lei, ma mi ha lasciata un po' perplessa.



La storiella della mandorla intera  questo dolce viene tipicamente  preparato la vigilia di Natale nelle case scandinave, o almeno a casa dell'autrice del libro, e tradizione vuole che si lasci una mandorla intera nel pudding che verrà portato in tavola. Ognuno si servirà e il fortunato che la troverà riceverà l'almond gift (il regalo della mandorla). Di che regalo si tratti la sicura non parla, immagino sia qualcosa di simbolico! Ma la cosa che mi lascia un po' perplessa è che chi trova la mandorla intera non deve dire nulla finché tutti non hanno finito il loro pudding...ma se do una morsicata alla mandorla poi come faccio a dimostrare che era intera?! E soprattutto, ammesso che io riesca ad accorgermene e non la mastichi, ma come faccio a continuare a mangiare con una mandorla che mi vaga in bocca?!? Mistero... Io non potrei mai giocare a questo gioco, che trovo bellissimo, sia chiaro e mi ha fatto sorridere quando lo ho letto, ma la mia capacità di non farmi scoprire se ho qualcosa da nascondere è pari a zero! Inizierei a fare facce strane e mi "sgamerebbero" subito, ne sono sicura!!!


Up  quantità di latte e riso perfette, idem per panna e mandorle. Consistenza deliziosa!

Down  forse manca un po' di zucchero. Senza la salsina di ciliegie risulta davvero poco dolce. A me piaceva molto lo stesso, ma il sapore era quello di una panna molto poco zuccherata. Va bene così a patto di mettere in tavola la salsina e aggiungere altra ogni volta che finisce!
Ecco sulla salsina avrei qualcosa da dire, io non so come venga con le ciliegie vere perché purtroppo non le ho trovate, ma sono certa che con la farina che si deve aggiungere il colore non risulterebbe brillante come quello che c'è nella sua foto. Io farei semplicemente cuocere le ciliegie con acqua e zucchero e farei ridurre fino ad ottenere uno sciroppo, o altrimenti, se volete risolvere ogni problema prendete semplicemente le amarene Fabbri che ci stanno davvero bene!

Tiriamo le somme: diaciamo che mi ero abituata troppo bene con Martha, quindi ormai la precisione nelle quantità (soprattutto degli ingredienti base) è fondamentale, finché si tratta di blog il q.b. va bene, ma quando si paga per comprare un libro, allora no, bisogna essere precisi! Tantopiù se si ha a che fare con un tipo di cucina come quella scandinava che è una "cucina di nicchia", una cucina che pochi conoscono e i cui ingredienti caratterizzanti sono ingredienti con i quali non abbiamo molta dimestichezza.
Le ricette mi sono piaciute, ma in tutte e tre i piatti ho dovuto "aggiustare il tiro".
E' un libro che consiglierei perchè è interessante conoscere ingredienti diversi e sapori nuovi, ma se andate in panico appena leggete "q.b.", allora forse non fa per voi, perché bisogna avere un po' di iniziativa pena la riuscita non eccellente della ricetta, ma sia chiaro, non sarebbe certo colpa vostra :)!


E ora, la domanda delle domande: Vale la pena o no chiedere a Babbo Natale questo libro?!...Alle altre Starbookers l'ardua sentenza:

Roby di Le chat egoiste: dolcetti di santa lucia
Mapi di La Apple Pie di Mary Pie: Danish Christmas Pastries
Ale di Ale only kitchen: Pepper nuts
Stefy di Arabafelice: Honey layer cake with orange mousse
Cri di Vissi d'arte e di cucina: Gløgg
Patty di Andante con gusto: Controfiletto di maiale con mele e topinambur
Ale di Menuturistico: Ring Cake


Con questa ricetta partecio al Contest "Dolci sotto il vischio" della dolce Imma di Dolci a go go:



Piccola info circa il mio Contest "Wow! Che dolce!": con Noberasco stiamo rivedendo tutte le ricette...non è per niente facile sceglierne una! E' bello organizzare contest, ma scegliere una sola ricetta vincitrice è troppo difficile...uffi!!! Vi terrò aggiornate! E state tranquille, la vincitrice riceverà il pacco sicuramente prima di Natale :)!

lunedì 26 novembre 2012

Vellutata alle nocciole


Spesso mi è capitato di usare le nocciole per piatti salati, in questo primo e in questo secondo per esempio, ma mai prima d'ora mi era capitato di metterle in una vellutata, ma non relegate solo a mera decorazione, bensì come parte integrante e fondamentale del piatto!
Come sempre le idee migliori nascono dalle necessità e questa ne è la prova provata: una zucca in frigo che mi supplicava di essere utilizzata, dei fagioli tondini in dispensa che mi incuriosivano da un po' e una ricetta salata con le nocciole da fare, aggiungi il mio amore incondizionato per le vellutate e il gioco è presto fatto!

Vellutata di fagioli tondini, zucca e nocciole
Per 4-6 persone:
200 gr di fagioli tondini secchi
800 gr di zucca pulita
2 spicchi d'aglio rosa
40 nocciole tostate
Sale grosso di Cervia 
Pepe nero macinato fresco
Olio evo ligure

20 nocciole tostate per decorare


Mettete in ammollo la sera prima i fagioli in un recipiente capiente.

Il giorno seguente scolate i fagioli, pulite la zucca e tagliatela a cubetti, tritate le nocciole finemente e pulite i due spicchi d'aglio.

In una casseruola mettere 4 cucchiai d'olio evo, gli spicchi d'aglio interi e le nocciole tritate. 

Fate insaporire l'olio e tostare le nocciole per 3 minuti, aggiungete i fagioli e la zucca e due cucchiaini di sale di Cervia (se usate sale normale iniziate con 1 cucchiaino di sale grosso) fateli insaporire per 1 minuto quindi aggiungete l'acqua necessaria a coprire di 2 dita la zucca e i fagioli (circa 1,5 l).

Coprite e fare cuocere per almeno 2 oreo finché i fagioli non saranno teneri e l'acqua consumata di 2/3 (non preoccupatevi se risulterà piuttosto asciutto, la zucca sarà comunque prega d'acqua!), regolate di sale, aggiungete una generosa macinata di pepe e dopo 2 minuti spegnete.

Togliete gli spicchi d'aglio e dividete, aiutandovi con un colino, zucca e fagioli dal loro liquido di cottura. Passate zucca e fagioli al passaverdura (setaccio fine) di modo da ottenere una purea.
Aggiungete qualche mestolo di acqua di cottura che avete tenuto da parte, quanto basta per ottenere una consistenza vellutata, più senza che acquosa.

Rimettete sul fuoco la casseruola, coperchiate e fate scaldare per 5 minuti a fuoco basso.
Spegnete e lasciare riposare il tempo di tritare al coltello le nocciole per la decorazione.
Impiattate e decorate con le nocciole tritate e un filo d'olio evo ligure.



Le nocciole piemontesi IGP, mi raccomando, tostate, sono splendide in questo piatto che le esalta come non si può immaginare se non si assaggia...il profumo delle nocciole invaderà le vostre cucine se proverete a fare questa vellutata! Credetemi!

L'aglio  in casa mia non lo ha mai usato nessuno, mia mamma non lo ama, mio papà è mezzo allergico (se volessi ucciderlo so che con un piatto di pesce funghi e un po' d'aglio tritato lo stendo in un batter d'occhio, ma lungi da me ammazzare il mio adorato papà, così mi dedico a queste preparazioni quando lui non è nei paraggi! Adoro il profumo dell'aglio quando cuoce lentamente in una zuppa e il connubio aglio-nocciola secondo me è strepitoso! Provare per credere! Questo per dire che l'aglio è indispensabile come le nocciole, altrimenti questa vellutata risulterà piatta e dolciastra, senza arte né parte! 

Con questa ricetta partecipo al contest per il Nocciola Day


venerdì 23 novembre 2012

3 ingredienti 1 torta! Ma l'Araba è più brava!

Mannaggia a me! San Francesco Caracciolo mi ha punita, ma me lo merito! Senza diritto di replica… 

Ho creduto di potermi fidare di una ricetta di colei che “Ops, mi si è rotto il tuorlo e mi è finito nei bianchi, ma chi-se-ne-frega tanto si monta lo stesso!”, la stessa che non c’è una ricetta in cui non si dimentichi questo o quell’ingrediente che molto spesso è proprio l’ingrediente più importante, la donna che cucina con tacco 12 e non sa tenere in mano un coltello, che fa piatti “spatasciati”, ma, dadadadan ti tira fuori dal forno dal frigo o da dentro al casseto, il risultato finale, bello e perfetto…perché fatto da quei santi cuochi che non so come mai non le abbiano ancora tirato una randellata sulla testa, proprio lei che usa il dado perché è Buonissimo che se dovesse scegliere un solo ingrediente sceglierebbe la maionese (vero Tery?!) e allo stesso tempo lei, la donna del momento che vende non so quante copie del suo libro (facciamoci delle domande!)… 

Ma d’altronde non è colpa mia, è colpa della tv! Cosa ne posso io se alle 20 ci sono solo telegiornali, programmi di politica e Lei?!...(e il fatto che io preferisca guardare il suo programma anziché il resto credo dia un’idea di quello che penso della situazione politica italiana, idea condivisa, credo, da una sconsiderata moltitudine di persone, ma non è questa la sede per perlarne!). 


E comunque si, ho ceduto anche io e ho pensato che se così tante persone la seguono così assiduamente le sue ricette fossero giuste, ma mi sono sbagliata e perciò sono stata punita! 


Gli ingredienti andavano bene, ma la cottura NO

Secondo lei mezz’ora, secondo me 45 minuti…non stiamo mica parlando di bruscolini! 


Ma il problema è che me ne sono accorta solo il giorno dopo, mentre la tagliavo. Dannazione! E così accendi il forno, infila dentro la torta e poi…ma come faccio a portarla in studio se la teglia è bollente?! La metto fuori dalla finestra :)!Poi tolgo la cerniera e via in frigo per 5 minuti…ma si può fare un tour des forces del genere?! 


Alla fine è andata bene, torta finita in un batter d’occhio! Nocciolosa com’è sfido chiunque a resisterle :)! 


Torta alle nocciole senza farina e senza grassi 




250 gr di nocciole tostate 

140 gr di zucchero semolato 

4 uova 






Preriscaldate il forno a 180°C. 
Tritate le nocciole non eccessivamente fini.
Montate i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un impasto chiaro e spumoso.
Aggiungete le nocciole all’impasto.
Montate i bianchi (mi raccomando senza tuorli vaganti!) con un pizzico di sale.
Incorporate inizialmente un terzo dei bianchi mischiando energicamente in modo che il composto si allenti un po’, poi aggiungete il resto degli albumi incorporandoli delicatamente dall’alto verso il basso senza smontarli.
Foderate una teglia con della carta da forno, versatevi dentro l’impasto e infornate per mezz’ora a forno statico, quindi coprite la torta con un foglio di alluminio se si scurisce la superficie e fatela cuocere ancora 10-15 minuti con calore solo sotto.



Se vi siete chiesti cosa voglia dire il titolo significa che, Oh my God, non conoscete Lei e a questo dovete rimediare subitissimo!!! 
Partiamo dalla ricetta: Lei ne ha inventata una con 2 SOLI INGREDIENTI, ma capite?! 2!!! E' geniale! Siete curiosi eh?!...andate a sbirciare da Lei e vedrete cosa si è inventata!
E ora veniamo a Lei...io l'ho scoperta da poco grazie allo Starbooks e da quel momento non mi sono più fatta scappare nessun post! 

Perché quello che mi piace di lei è che ogni volta che la leggo mi arricchisco, o di un sorriso che mi si stampa sulle labbra e non mi tolgo per ore ripensando a quello che ha scritto- più volte mi è capitato di ridere come una matta da sola davanti al pc, consigliando a mio papà di correre a leggere il post con garanzia di risate a crepapelle- o imparo, imparo a conoscere stili di vita e culture diverse: splendida pittrice di una realtà per me totalmente incomprensibile, i suoi "quadri" sono dei Van Gogh, belli, affascinanti, con colori sgargianti, ma con quelle pennellate così in rilievo, date con rabbia, che ti sembra di vivere il suo stato d'animo, la sua inesauribile fantasia e simpatia, ma anche la denuncia che fa di una realtà che non condivide, o che quantomeno non riconosce sua.

Auguri per il tuo terzo Compliblog Super Stefy! 

E ora 3 cosine velocissime...
Un contest da suggerirvi...

Il mio da ricordarvi...finisce domani sera a mezzanotte!


E un evento interessantissimo, "La Nocciola in Tavola" con protagonista assoluta la NOCCIOLA IGP dell'alta Langa organizzato nella splendida Villa d'Amelia a Benevello, in provincia di Cuneo...sarò li per voi e vi racconterò tutto, promesso! 

mercoledì 21 novembre 2012

Christmas Starbooks e la Gingerbread town

Ma voi vi siete mai domandati dove vivano gli omini-di-pan-di-zenzero?! 
Nooooooo?!?! 
Ma ovvio, nella città di pan-di-zenzero o gingerbread town se vogliamo fare i fighi e dirla all’inglese! 
Ci sono case casine e casette, alberi di Natale più o meno grandi e poi, cos’è, non vuoi dare una macchinina a questi omini?! 
Insomma, c’è di tutto e di più, bisogna solo inventare! 




Appena ho visto questa ricetta ho detto subito “questa è mia!”. Volevo provare la ricetta originale, o quantomeno una ricetta che si avvicinasse di più all’originale partendo proprio dagli ingredienti. 


Uno zucchero di canna con un nome luuuuungo luuuuung: Dark Soft Brown Sugar
Ma cos’è?!?! E io che fino a poco tempo fa credevo che di zucchero ne esistessero due tipi, bainco e di canna, e basta…panico! Lo troverò mai?! E soprattutto…come farò a trovare una cosa senza sapere minimamente cosa sia?! 
Vado spedita da un collega inglese –che prima o poi penso saboterà lo Starbooks se continuiamo ad ostinarci a scegliere libri in inglese!- sperando che almeno lui avesse una vaga idea di cosa si trattasse...Nada de Nada, sguardo interdetto e “Non ho mai visto così tanti aggettivi per uno zucchero!”…Caspita! La mia ultima speranza andata in fumo…Proprio non ci voleva! 
Vado dal Biologico in cui di solito trovo di tutto e di più e trovo anche Lui, il signor zucchero-scuro-morbido-marrone! Con tutti gli aggettivi, in inglese ovviamente, nessuno escluso! 
E’ uno zucchero di canna integrale con aggiunta di melassa (è per questo che è “soft”). 

E poi il golden syrup (zucchero di canna invertito e una piccola percentuale di melassa), buono, ma buono che più buono non si può! Provatelo, anche su dello yogurt…è spaziale! 


Ed infine il burro salato per noi, qualcosa di inusuale, soprattutto nei dolci, ma credetemi,  tanto, ma tanto buono! Tenetelo in frigo e scoprirete di preferirlo a quello normale! 

Gingerbread town (città di pandizenzero)



Per i biscotti:
150 gr di dark soft brown sugar (zucchero di canna scuro morbido)
250 gr di golden syrup (sciroppo d’acero chiaro)
150 gr di burro salato
1 cucchiaino di zenzero in polvere
3 cucchiaini di cannella in polvere
1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
2 cucchiaini di bicarbonato di soda
1 uovo, sbattuto
550 gr di farina 00, setacciata, più un po’ per la spianatoia
(per me 250 gr di maizena, 150 gr di farina di mais fumetto, 100 gr di farina di riso)
1 pezzo di cartone

Per la glassa: 
1 bianco d’uovo
125 gr di zucchero a velo
coloranti alimentari

Fate fondere lo zucchero, lo sciroppo e il burro in una casseruola. Aggiungete le spezie e il bicarbonato di soda e mischiate bene. Fate raffreddare il composto, quindi unite l’uovo e la farina. Avvolgete il composto con la pellicola alimentare e fate riposare in frigo per 1 ora. 


Disegnate le figure che volete – un albero, una casa, una macchina, uno gnomo- e ritagliatele per formare delle sagome. 



Preriscaldate il forno a 200°C. 



Stendete l’impasto su un piano infarinato dello spessore di 5 mm. Mettete le sagome al di sopra e ritagliate il pandizenzero con un coltello affilato. Se volete appenderli, fate un buco in ognuno con una matita. Disponete in una teglia coperta da carta da forno e cuocete per 8 minuti. Lasciar raffreddare su una griglia. 



Per la glassa, mischiate il bianco d’uovo e lo zucchero a velo, dividetelo in piccole coppette e aggiungete differenti colori. Formate delle sac-à-poche con la carta da forno e riempitele di glassa, quindi usatela per decorare i pezzi di pandizenzero. Lasciate riposare finché la glassa non sarà asciutta prima di appendere la vostra decorazione di pandizenzero, se volete. 


Mie note: - avendoli fatti senza glutine e avendo usato tanto amido di mais per cercare di non “compromettere” il sapore finale (poiché ha un gusto neutro rispetto ad altre farine) ho dovuto aggiungere altra farina di riso e di mais, almeno 50 gr, quindi non fate affidamento sulle mie dosi, cercherò di rifarli il prima possibile per potervi dare una ricetta attendibile e di sicura riuscita. 
- i miei sono rimasti molto friabili, ma è dovuto all’amido di mais. 

Up sono buoni, in realtà mi aspettavo un gusto più simile a quello dei Lotus (inconfondibili e ahimè irraggiungibili!). Forse è per questo che sono rimasta un po’ delusa. Li ho trovati non tanto dolci, ma sicuramente la colpa è da attribuire all’aggiunta di farina. Chi li ha assaggiati mi ha detto che erano buonissimi quindi sono 5 contro 1 e l mio parere vale come il 2 di picche! Bella l’idea! Se avete dei bimbi sarà bello farli insieme a loro! Trovate però un modo per farli stare in piedi perché l'amica-Friz non da suggerimenti!

Down li ho trovati troppo spessi e non croccanti e credo che non sia colpa delle mie farine: con il bicarbonato gonfiano inevitabilmente e lasciarli spessi 5 mm come dice l’autrice mi sembra un po’ tantino. Credo di essere incappata nello stesso problema di Ale con i Pepparkakor quando mi aspettavo un risultato più vicino a quello di Patty e i suoi Brown CookiesL’impasto era un po’ molliccio e le formine di cartone mi si sono appiccicate all’impasto. 

Vi va di darmi una mano?! 


Se avrete tempo e voglia provate a farli con la farina normale (la 00 va benissimo!) e ditemi se dosi e spessore vanno bene. Mi fareste un favore immenso. In casa mia la farina normale non entra, magari andrò “in trasferta” dai miei genitori e proverò a farli, ma lavorare tanto per poi non poterli mangiare è proprio cattiveria, ma in realtà per VOI potrei anche farlo :)!


Il menù Natalizio dello Starbooks, oggi particolarmente biscottoso, ma con anche qualche deliziosa nota salata, propone anche:

Cristina di Vissi di cucina: Popcorn salato al cioccolato
Roby di Le chat egoiste : rape con panna e pancetta
Mapi di La Apple Pie di Mary Pie: Crisp Cinnamon Cookies
Stefy di Arabafelice: Pulla Bread
Dani di Menu turistico: Oat cookies
Patty di Andante con gusto:Vanilla cookies
Ale di Ale only kitchen: Petti d'anatra al forno con chips di topinambur

domenica 18 novembre 2012

L'arancina più SICILIANA che ci sia!

L’MTC è una vera figata! 
So che con quest’affermazione raccoglierò un’infinità di consensi! 
Perché si, la fantasia è fondamentale, ma la tecnica di base, quella è imposta ed è proprio lei che fa la differenza, che ti permette di imparare e aggiungere un tassellino al tuo puzzle personale di “conoscenza culinaria”, un puzzle che lo so, non finirò mai, ma ogni volta che ne aggiungo un pezzetto mi sento così felice e orgogliosa! 

Bando alle ciance se no questo post diventa chilometrico e il lunedì lo so, siamo tutte ancora un po’ in fase “bradipo style”, ma non perché nel week end ci siamo riposate e perché abbiamo ancora i rimasugli del dolce relax in pantofole, bensì perché nel week end concentriamo tutte le mille mila miliardi di cose che dobbiamo fare, e così il lunedì siamo più stremate del venerdì precedente, ma siamo bioniche, lo sappiamo (o forse ne abbiamo la presunzione!) e continuiamo così, noncuranti del fatto che il mondo attorno a noi ha altri ritmi e inconsapevoli che non ci farebbe poi così male adattarci anche noi a quel “dolce far niente” che solo a pronunciarlo ci sembra una perdita di tempo… 


L’ arancina più SICILIANA che ci sia…perché?! 


Perché in Lei ci sono tutti i sapori che parlano di Sicilia, dei suoi colori e della sua terra. 

Gli ingredienti principali del ripieno sono: 

Gamberi di Mazara 
Pistacchi di Bronte 
Limoncello di Sicilia 
Arance Siciliane essiccate 
Olio evo Siciliano 


Io purtroppo ho dovuto ripiegare su prodotti che non fossero necessariamente Siciliani, ma i profumi e i colori già ricordavano questa meravigliosa Terra…Non oso immaginare se avessi avuto gli ingredienti “Originali” a portata di mano… 


E gli ingredienti originali li aveva invece lo Chef Alessandro Orefice durante la serata dedicata proprio alla Sicilia di “Per tutti i gusti” organizzata dal re degli eventi mondani, il grande Carlo Vischi, serate in cui la cucina è la vera protagonista! 

In quest’occasione ho avuto il piacere di conoscere lo Chef Alessandro Orefici dell’Antica Focacceria S. Francesco di Palermo. Un ragazzo davvero in gamba, con una grandissima passione per il suo lavoro, entusiasta di condividere la sua arte (cosa che non capita tutti i giorni!). Io gli ho rotto talmente le cosiddette che mi ha svelato un po’ di trucchetti del mestiere (che vi svelo qui nel seguito!) e mi ha anche fatto un piattino tutto per me solo con i gamberi…un vero tesoro! 


E ora passiamo alla ricetta...

L'arancina più SICILIANA che ci sia


Per la preparazione del riso e l’iter da seguire vi rimando alla chiarissima ed esauriente spiegazione di Roberta di Pupaccena. 


lo ho lasciato bianco, quindi senza zafferano perché volevo che la vera scoperta e l’esplosione di colori fosse all’interno. 

Per 10 arancine tonde:
200 gr di riso Vialone nano 
per brodo, burro e parmigiano ho scalato le dosi 

Per il ripieno: 
5 gamberi freschissimi 
1 cucchiaio abbondante di pistacchi tritati finissimi 
1 cucchiaio abbondante di piastacchi traitati grossolanamente 
1/2 bicchierino da liquore di Limoncello 
una noce di burro 
olio evo 
- per il fumetto di gamberi (come mi ha insegnato lo Chef): 
1 spicchio d’aglio (io lo ho omesso) 
una noce di burro 
carcasse dei gamberi 
Ricard o Pastisse per sfumare (io ho usato un goccino di Limoncello) 

Per la panatura:

pangrattato 
2 fette di arance essiccate frullate 





Nota iniziale: sembra qualcosa di lunghissimo da fare, ma vi assicuro, ci vogliono 10 minuti in totale!!! 


Innanzitutto preparate il fumetto di gamberi facendo una bisque sciogliendo in una padella il burro, aggiungete quindi le carcasse e fatele tostare per bene -3 minuti - (sentirete un profumino delizioso!), a questo punto sfumate con il limoncello (o con Ricard o Pastisse) e fate evaporare l’alcol. Aggiungete 1 bicchiere d’acqua (e un pizzico di sale) e fate restringere della metà. Filtratelo e tenetelo da parte. 


Impanate i gamberi nei pistacchi tritati finissimi. 
In una padella mettete il burro e 1 cucchiaio d’olio evo. Quando sono caldi aggiungete i gamberi e fateli insaporire per 2 minuti, aggiungete il resto dei pistacchi tritati fini e metà di quelli più grossolani. Sfumate con il limoncello e fateli flambare di modo che l’alcol evapori. Aggiungete un mestolino del fumetto di gamberi e fatelo ridurre finché i liquidi non saranno evaporati. Spegnete il fuoco e tagliate i gamberi a pezzetti, aggiungete i pistacchi tritati grossolanamente che sono avanzati e tenete da parte. 


Nota: Scrivendo la ricetta mi sono accorta di non aver messo sale, ma NON serve perché era saporitissimo così!

Seguite il procedimento di Roberta e quando arrivate alla panatura aggiungete al pangrattato la polvere di arance essiccate che avrete ottenuto frullandole. 




Mai come in questo caso mi sento di dire che sono soddisfatta del risultato!
Provateli, non ve ne pentirete! 

Con queste Arancine partecipo al super MTC di Novembre di Ale e Dani di Menu Turistico:



Qui sotto trovate tutte le fasi della preparazione delle Busiate ai pistacchi e gamberi di Mazara dello Chef Alessandro Orefice



1. Lo Chef 
2. Butta le busiate in acqua bollente salata 
3. Burro e olio evo (Olio Siciliano San Basilio “2 Sicilie”) in padella. Quando è caldo aggiunge i gamberi interi (che serviranno per decorare il piatto) sgusciati e impanati nei pistacchi. Aggiunge un po’ di granella di pistacchi tritata finemente. 
4. Dopo 2 minuti aggiunge anche i gamberi sgusciati (non impanati) che verranno saltati con la pasta. 
5. Sfuma con il limoncello 
6. Flamba e fa evaporare l’alcol 
7. Aggiunge uno spicchio d’aglio intero e un po’ di fumetto di gamberi 
8. Toglie i gamberi interi 
9. Aggiunge altri pistacchi tritati finemente
10. Sala e pepa
11. Toglie lo spicchio d’aglio
12. Aggiunge i pistacchi tritati grossolanamente
13. Aggiunge un po’ di scorza di arancia grattugiata
14. Scola le busiate e le fa saltare in padella
15. Aggiunge un filo d’olio evo (Olio Siciliano San Basilio “2 Sicilie”) a crudo
16. Impiatta...Che bontà!

Con questa ricetta partecipo anche al contest di Le Torte di Gessica sul Pistacchio di Bronte in collaborazione con Bacco.

venerdì 16 novembre 2012

Cheesecake noci e fichi di Giacomo e ultima settimana del mio Contest...

Bloggeresse e bloggeressi (mmm...si dice così?!?) o forse blogghisti...va bé facciamo... 
BLOGGERS,
Manca solo una settimana alla fine del mio Contest "Wow! Che dolce!" in collaborazione con Noberasco!!!
Date libero sfogo alla fantasia e mandatemi tutte le ricette che volete con frutta secca e disidratata! Il regolamento lo trovate qui. 
Il premio?!? Eccerto che c'è! Un mega cesto galattico - va bé, dai, non esageriamo...Un cesto con le prelibatezze di Noberasco...mica pizza e fichi...no, mica pizza...i fichi ci saranno :)!

Oggi vi lascio con questa bellissima ricetta di Giacomo...non so nulla di lui, mi ha mandato solo la ricetta, ma sicuramente è un gran cuoco...guardate un po' qui cosa ha inventato...


Cheesecake noci e fichi


Per la base:
300gr di biscotti secchi di tipo digestive
100gr di burro fuso
1 cucchiaino di cannella in polvere

Per la farcia:
500gr di ricotta vaccina
200ml di panna da montare
250gr di zucchero
10gr di colla di pesce
succo e scorza di 1/2 limone
2 cucchiai di latte
fichi semicaramellati al brandy
70gr di zucchero
10 noci Noberasco

Per la copertura:
300gr di fichi secchi Noberasco
1/2 bicchiere di brandy
100gr di zucchero
un bicchiere di acqua

4 noci sgusciate
fichi freschi per decorare


Per la base: 
Rendere i biscotti in polvere con un robot da cucina. 
Unire la cannella ed amalgamare il burro fuso. 
Foderare uno stampo a cerniera con carta da forno. 
Stendere il coposto solo sulla base, livellandolo bene. 
Mettere in frigo per 10min. 

Per la farcia: 
Fare un croccante di noci con un caramello di 70gr di zucchero e i gherigli delle noci. 
Quindi sciogliere lo zucchero fino a farlo imbrunire in un padellino antiaderente e quindi aggiungervi le noci. 
Far raffreddare ed infine romperlo grossolanamente. 
Sbattere la ricotta con lo zucchero. 
Aggiungere succo e scorza del limone. 
Montare la panna. 
Sciogliere la gelatina precedentemente messa a bagno per 10min con 2 cucchiai di latte (attenzione a non farla bollire). 
Aggiungerla alla ricotta e quindi aggiungere la panna. 
Infine amalgamare 5/6 pezzi di fichi semicaramellati al brandy tagliati ulteriormente in pezzi ed il croccante. 
Mettere la farcia sul fondo della torta e lasciar riposare per 4 ore in frigorifero. 

Per la copertura di fichi semicaramellati al brandy:
In una pentola sciogliere lo zucchero con l'acqua.
Portare a bollore ed aggiungervi i fichi secchi tagliati a metà.
Cuocere per circa 15min a fuoco basso ed infine aggiungere il brandy.
Lasciar addensare sempre mescolando.
Far raffreddare.

Per finire:
Stendere la copertura sulla torta e decorare con gherigli di noce e fichi freschi.




Buon appetito!!!



mercoledì 14 novembre 2012

Christmas Starbooks...ci portiamo avanti!

Ma non sentite già l'aria del Natale che si avvicina?!?...se la risposta è no, non preoccupatevi, questo mese ci pensiamo noi Starbookers a trasportarvi nell'atmosfera natalizia per eccellenza, quella dei paesi nordici con "Scandinavan Christmas" di Trine Hanemann!




Scandinavia per la maggior parte di noi coincide con IKEA e le sue famose polpette e così, per introdurvi dolcemente in questo mondo, ho pensato di riproporvi qualcosa che tutti voi conoscete, qualcosa di non necessariamente natalizio visto che manca ancora un pochino, ma che racchiude in se i sapori nordici per eccellenza.

Ingredienti semplici che noi usiamo poco o quantomeno non così tanto, ma sapori che è stato bello scoprire e riscoprire in veste un po' diversa:


Il ginepro, spezia di cui avevo sempre sentito parlare, ma che non era mai entrata nella mia cucina, ha un sapore forte e caratterizzante.

I fiocchi d'avena che io, ahimè, non posso usare, ma che sono presenti in una miriade di preparazioni, dal dolce, al salato, dai biscotti alle polpette. Insomma, imperversano ovunque!

E poi lei, la barbabietola che se non ne siete degli amanti siete fregati perché qui la ripropongono in ogni veste rendendola sempre più dolce! 

E per rimanere in tema cromatico, il cavolo rosso, bello da morire, che con un po' d'aceto diventa fuxia che se lo sapesse Barbie vivrebbe di quello!

E tutto questo sul fronte "salato", al dolce ci pensano le mie colleghe Starbookers e anche io nelle prossime puntate...seguiteci, scoprirete un mondo affascinante fatto di cose semplici, ma che scaldano il cuore...

E ora passiamo alle ricette:



Meatballs (polpette)


per 8-10 persone: 
6 bacche di ginepro 
1 cucchiaino di sale grosso 
300 gr di macinato di maiale 
300 gr di macinato di vitello 
1 cipolla, affettata finemente 
1/2 cucchiaio di salvia tritata finemente 
pepe nero macinato al momento 
3 uova, sbattute 
100 gr di fiocchi d’avena (io li ho sostituiti con fiocchi di azuki che sono gluten free) 
4 cucchiai di pangrattato 
200 ml di acqua frizzante 
burro salato, per friggere 



Pestare il ginepro con il sale nel mortaio. ( Se non avete il mortaio, spezzettate il ginepro utilizzando un coltello afflato. Ricordatevi il sale!). Mischiate insieme la carne macinata, il ginepro e il sale, la cipolla, la salvia, il pepe e le uova e mescolate bene. Aggiungete i fiocchi d’avena, il pangrattato e mischiate ancora. Aggiungete l’acqua frizzante e condite con un’altra generosa macinata di pepe. 

Preriscaldate il forno a 180°C. Usate un cucchiaio e la mano libera per formare delle palle. Scaldate il burro in una larga padella per friggere e friggete le polpette finché non saranno dorate e croccanti su entrambi i lati. Trasferite le polpette in una teglia e mettetele nel forno per 10 minuti per terminare la cottura. Servite con la barbabietola sottaceto.


mie note: 
- Con un terzo delle dosi mi sono venute 12 polpette;
- Ho fritto le polpette in una noce scarsa di burro e sono venute benissimo.


Pickled Beetroot (barbabietole sottaceto)

Per un vasetto da 1 litro:
1kg di barbabietole
sale

per la salmoia:
50 gr di radice di zenzero, a fette
750 ml di aceto di mele
400 gr di zucchero semolato
2 foglie di alloro
1 cucchiaio di grani di pepe



Sciacquare le barbabietole e cuocerle a fuoco lento in acqua salata per circa 30 minuti, o finché non saranno tenere ma ancora leggermente “al dente”. Versarle in acqua freddaper fermare la cottura e, quando sono fredde abbastanza da poterle tenere in mano, sbucciatele.

Nel frattempo, preparate la salamoia. Mettete tutti gli ingredienti in una grande casseruola, portate a bollore e mescolate finché lo zucchero sarà dissolto. Lasciar raffreddare completamente.

Tagliate le rape in fette di 5 mm, mettetele in vasetti sterilizzati e versatevi sopra la salamoia, comprese le spezie e i sapori. Sigillate. Lasciate riposare per una settimana prima di servire. Si mantengono per mesi.


mie note:
- Io ho usato le barbabietole precotte perché le altre non le ho proprio trovate. Ho preso proprio quelle piccole e precotte, nelle buste sottovuoto per intenderci, non quelle cotte al forno! Così ho saltato la prima parte e nella salamoia ho messo anche un cucchiaino di sale;
- Sono parecchio dolci, a me sono piaciute moltissimo perché amo la barbabietola, ma se non vi piacciono, dubito che queste incontreranno il vostro gusto, ma mai dire mai...


E ora un bilancio generale:

Up queste due ricette mi sono piaciute moltissimo, niente da dire! E le dosi erano perfette! I sapori equilibrati e l'abbinamento polpette-barbabietola agrodolce mi è piaciuto molto. Gusti diversi, ma sono contenta di averli scoperti!

Down l'unico piccolo appunto che posso fare è sulla quantità di burro per friggere che non è indicata. Io non so come intendano loro la frittura, così mi sono attenuta al mio gusto. 
E anche sulla quantità di sale che bisogna mettere per cuocere le barbabietole, che secondo me è importante, perché è l'unica componente salata presente nella ricetta.
Forse con Martha mi ero abituata troppo bene :)!

E ora non perdetevi le altre ricette delle Starbookers...

Cristina di Vissi di cucina: Hallon cookies (biscotti al lampone)
Ale di Ale only kitchen: Spiced Christmas cake
Roby di Le chat egoiste: Red cabbage
Stefy di Arabafelice: Almond Iced Hearts
Mapi di La Apple Pie di Mary Pie: Apple Æbleskivers
Patty di Andante con gusto: Brown Cookies
Ale di Menù Turistico: 
Pepper cookies

Lo so, lo so, starete pensando: "Ma ne manca una?!"...Eh si, è la mia dolcissima compagna sglutinata Gaia che ha preso un piccolo momento di pausa dal blog per seguire la vita vera. Perché chi ha un blog lo sa benissimo, a volte diventa più di un secondo lavoro, diventa proprio una seconda vita e quando ci si rende conto che per seguirlo ci si sta distaccando dalla vita reale, allora, un momento di stop è indispensabile: per se stessi e per poter tornare al blog con l'entusiasmo dell'inizio! 
A noi manca, tanto e a me in particolare, confrontarmi con lei è importate, è grazie al suo blog che tre anni fa, quando ho scoperto di essere celiaca ho trovato conforto e fiducia...è grazie a lei se ora sono qui, tra le Starbookers e con questa voglia di "combattere" ogni giorno con questo belin di glutine :)!