“Con grande piacere ti annunciamo che sei stata scelta per venire con noi a Bagolino il 20 e 21 ottobre!”
(per chi non lo sapesse il motivo è questo Contest).
Reazione immediata: urletto da matta seguito da un: “Che figata!!! Non ci posso credere!!!”(a voce bassa, ovviamnete, ero a lavoro)…Mi giro, guardo il mio collega –ingegnere-uomo- “Fede! Ho vinto!” la sua espressione rimane invariata, accenna un vago sorriso mentre sicuramente dentro di se sta pensando: “Questa è matta, ma di brutto anche!”…Mi giro di nuovo cercando “una faccia amica” che possa capirmi…sempre e solo uomini, uomini-ingegneri…che disdetta. Continuo a saltellare sulla sedia e dentro di me sto correndo avanti e indietro per lo studio urlando “Ce l’ho fatta!!! Sono una galla!!!” (si, sono matta, lo so…mi ha attaccato quest’espressione idiota un mio ex collega e ormai non riesco più a togliermela dalla testa!).
(per chi non lo sapesse il motivo è questo Contest).
Reazione immediata: urletto da matta seguito da un: “Che figata!!! Non ci posso credere!!!”(a voce bassa, ovviamnete, ero a lavoro)…Mi giro, guardo il mio collega –ingegnere-uomo- “Fede! Ho vinto!” la sua espressione rimane invariata, accenna un vago sorriso mentre sicuramente dentro di se sta pensando: “Questa è matta, ma di brutto anche!”…Mi giro di nuovo cercando “una faccia amica” che possa capirmi…sempre e solo uomini, uomini-ingegneri…che disdetta. Continuo a saltellare sulla sedia e dentro di me sto correndo avanti e indietro per lo studio urlando “Ce l’ho fatta!!! Sono una galla!!!” (si, sono matta, lo so…mi ha attaccato quest’espressione idiota un mio ex collega e ormai non riesco più a togliermela dalla testa!).
Arriva il “gran giorno”
20 Ottobre 2012, Casa Museo di Villa Mazzucchelli, Ciliverghe di Mazzano.
“Ciao! Piacere Emanuela…Arricciaspiccia!” Si, è così che ci si presenta tra food blogger e puntualmente si hanno due possibilità (solo due):
opzione 1. l’altra food blogger ti guarda-annuisce-sorriso di circostanza ed emette un “Ah!” e si presenta – questo tradotto in pensieri sarebbe: “Ma chissà chi cavolo è sta qui…e poi, che nome idiota ha il suo blog, mah!”
opzione 2. “Ma dai?!?! Sei tu?!?!....Ma ciaoooooo!!! Che bello conoscerti!” – quando questo accade tu devi sperare di conoscere altrettanto bene il blog della tua “fan” altrimenti tocca a te l’”opzone 1” e li, devi cercare di tirar fuori la Sofia Loren che c’è in te, altrimenti la figuraccia è assicurata :)!
Si comincia con un “pranzo leggero” e si continua con una “gran merenda” grazie alla maestria del Maestro Pasticcere Iginio Massari che più che una lezione di pasticceria tiene una “lezione di vita” raccontando aneddoti e curiosità spaziando dalla chimica alla storia dal lavoro di una vita ai nuovi progetti…una persona brillante, colta, affascinante: un uomo che non ti stancheresti mai di ascoltare.
Qui vedete alcune delle bontà che ci ha insegnato a preparare e prometto che pian piano proverò le sue ricette e le pubblicherò svelandovi anche un po’ dei suoi segreti…
E poi subito una nuova avventura: un corso di fotografia tenuta da Riccardo Lettieri, fotografo de La Cucina Italina e…Santo, si, perché solo un Santo poteva sopportare lo starnazzare di tutte noi, me in primis, che ogni mezzo secondo lo interrompevamo facendogli le domande più idiote del mondo! Arrivata con una Reflex nuova di pacca e convinta di imparare tutto in due orette…solo io posso avere queste pretese! Un grande fotografo e un uomo che dopo questa giornata, ma che dico, in sole due ore ha conquistato Paradiso e molto di più. Nonostante lui sia impazzito io ho imparato, davvero! Quello che so (pochissimo, ovvio, ma mooooolto più di prima!) lo devo a lui!
E via a fotografare tra i banchetti dei ari produttori e tra uno scatto e l’altro l’assaggio è d’obbligo…
Arriviamo a Domenica...alle 9 si parte alla volta di Bagolino. Il Signor Salvadori Amerigo e consorte ci aspettano nella loro casa, nonché azienda agricola dove lui con l’aiuto della sua gentilissima Signora producono il formaggio più pregiato d’Italia, d’Europa e del Mondo: il Bagòsss.
Il loro lavoro comincia quando la maggior parte di noi è ancora sotto le coperte. Si screma il latte utilizzando un apposito attrezzo in rame e filtrando il latte attraverso degli aghi di pino, si mette sul fuoco a 37°C e si aggiunge il caglio di modo che il latte coaguli, si rompe più volte il coagulo e in ultimo si aggiunge il tocco di colore: lo zafferano.
Si raccoglie e compatta il tutto in forme che poi vengono fatte spurgare e inserite in una forma di legno all’interno della quale viene posizionato un nastro di plastica con su inciso il suo nome, Bagòss e la sua “data di nascita”. Viene fatto spurgare nuovamente con un peso sopra.
La forma di Bagòss è pronta per iniziare ad essere coccolata a dovere: per 4 mesi la forma verrà unta con olio di lino per 8 giorni, dopodiché ogni 12 giorni, per mantenere l’umidità all’interno del formaggio. La salatura sarà invece fatta ogni 3 giorni e così, piano piano, con tanta fatica si arriva ad avere il formaggio più pregiato che ci sia, un formaggio che nasce dall’amore di piccoli produttori che decidono di dedicare la loro vita al portare avanti una tradizione e tenere alto il nome del Nostro meraviglioso Paese in tutto il Mondo.
Il Bagòss di solito ha 3 gradi di stagionatura: 1 anno, 2 anni o 4 anni.
Assaggiarli freschissimi, appena tagliati e uno dopo l’altro mi ha permesso di percepire le differenze: come potete immaginare il primo è leggermente più “dolce”, il secondo è più “pungente” e il suo sapore più marcato, il 4 anni ha pasta molto più friabile e con un sapore ancora più deciso.
Ottimo è anche il burro prodotto dal Bagòss (si ottiene con la crema del latte che viene eliminata per produrre il Bagòss) che va letteralmente a ruba e con il quale ho fatto una brisé per una torta di verdura fatta di “Eccellenze” che pubblicherò venerdì.
Se non avete mai assaggiato questa delizia, correte a comprarla…non ve ne pentirete!